Il governo Cinese ha già limitato la legalità dell’utilizzo di monete virtuali. Nel giugno del 2009, il Ministero del Commercio ha decretato che la moneta virtuale che può essere scambiata con moneta reale dev’essere utilizzata solo per lo scambio virtuale di beni e servizi. In Cina, le valute online, come bitcoin o le carte prepagate per beni virtuali non possono essere utilizzate per l’acquisto di beni e servizi reali.
Il rischio che le valute digitali vengano utilizzate per scopi criminosi come il riciclaggio di denaro è al momento una delle preoccupazioni del governo statunitense. Il mese scorso, la Financial Crimes Enforcement Network, insieme al Dipartimento del Tesoro USA hanno stabilito che le regole contro il riciclaggio di denaro e il segreto bancario vengano applicate anche alle monete virtuali.
Aziende e broker che trattano bitcoin devono attualmente seguire le stesse regolamentazioni cui sono sottoposti i tradizionali provider di moneta. Le transazioni che superano i 10 mila dollari devono essere riportate anche se l’identità degli utenti dei portafogli digitali rimane anonima.
Molti sono convinti della possibilità di riscatto con Bitcoin nel caso in cui le valute reali continuino ad essere svalutate, o se si verifichino altre situazioni come a Cipro, dove gli asset hanno rischiato un drastico ridimensionamento. Le disfunzioni del governo sono i migliori amici di Bitcoin.